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Protocolli di valutazione nella S.M.
Dott.ssa Claudia Iannotta
Centro di Psicologia e Neuropsicologia - Torino
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INTRODUZIONE

La sclerosi multipla è una malattia demielinizzante progressivamente invalidante che colpisce il sistema nervoso centrale. E’ chiamata sclerosi perché comporta un indurimento o cicatrizzazione dei tessuti nelle zone danneggiate con conseguente perdita della loro funzionalità; multipla perché vengono colpite molte aree del cervello e del midollo spinale.
E’ caratterizzata da chiazze multiple di demielinizzazione o “placche”, disseminate in senso spaziale ma anche temporale, in quanto le lesioni si formano a più riprese nel tempo, accumulandosi. Le aree di localizzazione preferenziale, sono: la sostanza bianca periventricolare, il nervo ottico, il tronco dell’encefalo, il cervelletto e il midollo spinale. La demielinizzazione degli assoni delle cellule del sistema nervoso, determina alterazioni delle prestazioni sensitivo-motorie, a causa della riduzione della velocità di conduzione degli impulsi, compromettendo anche gli aspetti cognitivi e comportamentali.

PROTOCOLLI DI VALUTAZIONE COGNITIVA - COMPORTAMENTALE NELLA SCLEROSI MULTIPLA

Nella sclerosi multipla la frequenza delle disfunzioni cognitive varia dal 30% al 70% dei casi e il deterioramento è in generale descritto come lieve (Peyser e Poser,1986). Non vi è alcun dubbio che negli ultimi stadi della malattia le capacità cognitive possano diminuire (McKhannan,1982), ma vi sono stati molti dibattiti in relazione al fatto che i cambiamenti cognitivi si possano presentare anche nella forma lieve di sclerosi multipla (Rao,1986), o già all’inizio della malattia stessa (Jennekens-Schinkel e Sanders,1986).
Il tipo di deficit e la sua gravità dipendono dalla localizzazione delle lesioni cerebrali: vi è una sorprendente associazione tra la sede della lesione e il deterioramento cognitivo (Ryan et al.,1996).
Una delle funzioni maggiormente colpite nei pazienti con S.M. è la memoria, che risulta maggiormente compromessa nella fase di apprendimento rispetto a quella di ritenzione, che si mantiene invece a lungo efficiente (Heaton et al.,1985). I deficit nella memoria verbale a lungo termine sono associati ad un significativo rallentamento dell’elaborazione dell’informazione (Litvan et al.,1988). Per lungo tempo si credette che i problemi relativi alla memoria si riferissero esclusivamente alla memoria a lungo termine, ma in seguito ad alcune ricerche (Beatty et al.,1989; Grant et al.,1984), emersero deficit anche a livello della memoria a breve termine. Altra funzione che risulta deficitaria nella S.M. è l’attenzione, probabilmente compromessa dal rallentamento cognitivo notevole riscontrato in soggetti con S.M. moderatamente deteriorati rispetto ad un gruppo di controllo. Questi soggetti dimostrano un rallentamento nel processo di elaborazione dell’informazione (Kujala et al.,1995). Anche la capacità di problem-solving e di ragionamento astratto risultano inferiori alle prestazioni medie di un gruppo di controllo, infatti i soggetti con S.M. commettono più errori nell’individuare le categorie al Wisconsin Card Sorting Test (WCST) e commettono più errori totali del gruppo di controllo e producono più risposte perseverative (Beatty and Monson,1996). I deficit nelle abilità visuo-spaziali sono associate a varie lesioni all’interno del corpo calloso (Ryan et al.,1996). Il linguaggio sembra essere ben conservato anche se possono essere riscontrati disturbi nella produzione dovuti a disartria, ipofonia, più rari sono invece l’afasia, l’alessia e l’agrafia. L’atrofia riscontrata nelle aree anteriori del corpo calloso in pazienti di sesso femminile con S.M. recidivante-remittente condiziona fortemente le prestazioni nei compiti di fluenza verbale (Pozzilli et al.,1991). Discordanti sono i dati relativi alla relazione fra il deterioramento cognitivo e altre variabili quali l’età, la durata e il decorso della malattia, l’invalidità fisica e lo stato psicologico. Alcuni autori (Filippi et al.,1994) hanno evidenziato come solo le variabili cliniche relative al decorso della malattia e lo stato psicologico erano correlate alle performance neuropsicologiche nei pazienti affetti da S.M. Altri autori (Beatty et al.,1995), invece, notarono la mancanza di utili relazioni predittive fra l’età, lo stato di invalidità, la durata della malattia, e la gravità del deterioramento cognitivo. La disfunzione cognitiva, è però positivamente correlata con l’invalidità fisica (Rao et al.,1991). Esiste una stretta relazione fra l’invalidità fisica e il funzionamento cognitivo in quanto pazienti con grave invalidità fisica presentano un grave deterioramento cognitivo (Franklin et al.,1988).

I disturbi della sfera emotivo-affettiva nella sclerosi multipla sono stati descritti già nel 1877 da Charcot che osservò un quadro di compromissione delle facoltà intellettive insieme ad alterazioni emotivo-affettive. I disturbi affettivi possono essere sia a sè stanti nella storia clinica del paziente, sia un fattore di complicanza della malattia. Alcuni autori (Withlock e Siskind,1980) hanno riscontrato forme depressive esordite prima della diagnosi clinica della malattia; altri (Baretz e Stephenson,1981) hanno rilevato la presenza di depressione successiva all’esordio clinico della S.M., interpretandola come un adattamento ai problemi fisici e sensoriali, caratteristica legata alla malattia cronica progressivamente invalidante. Un’ultima ipotesi suggerisce che la depressione nella S.M. possa essere indotta da una disconnessione tra le aree corticali e subcorticali coinvolte nelle funzioni del sistema limbico (Sabatini et al.,1996). I disturbi psichici nella S.M. sono frequenti e si esprimono prevalentemente come depressione maggiore, depressione reattiva, depressione atipica, sindrome affettiva organica, disturbo dell’adattamento con depressione ed ansia, disturbi della condotta, episodi schizofrenici, disturbi di personalità che si esprimono prevalentemente come isterico, borderline e paranoide (Invernizzi et al.,1988). I disordini affettivi più ricorrenti sono: la depressione, l’euforia, l’ansietà e la labilità emotiva; più rari sono gli stati misti o bipolari.
La depressione è considerata nella maggior parte dei casi come psico-reattiva o secondaria, come una modalità di difesa in rapporto all’evento frustrante rappresentato dalla malattia. Questa forma di depressione tende ad essere relativamente comune negli stadi più precoci della S.M.; in altri casi è considerata organica o psico-organica, cioè dovuta ad una patologia cerebrale legata alla presenza nel sistema nervoso centrale di placche di demielinizzazione specie della regione limbica; mentre la depressione endogena è considerata legata ad una certa vulnerabilità genetica che determinerebbe sia la S.M. che la depressione stessa, in quanto espressione di fattori immunogenetici (Schiffer,1987). Non si ritiene però possibile che essa sia sempre strettamente legata alla demielinizzazione poiché esistono malattie con demielinizzazione centrale di origine vascolare, tossica o degenerativa non accompagnate da depressione, ed al contrario, esistono manifestazioni depressive, come ad esempio il Morbo di Parkinson, senza placche di demielinizzazione. La depressione risulta anche associata con un significativo indebolimento cognitivo e con lo stress sociale. La depressione nella S.M. recidivante-remittente, tende a sorgere quando i deficit cognitivi causano dei problemi nel lavoro e si innestano nelle relazioni personali (Gilchrist e Creed,1994). La percentuale di individui con S.M. colpiti dalla depressione oscilla dal 27% al 54% ed é tre volte maggiore rispetto alla popolazione generale. I pazienti depressi sono tipicamente descritti come nervosi, irritabili, preoccupati e scoraggiati. La depressione risulta maggiormente marcata nella fase di aggravamento della malattia rispetto alla fase di remissione. Sembra che vi sia una stretta correlazione fra depressione ed invalidità fisica (Fischer et al.,1994). La depressione è anche associata ad un aumento del rischio di suicidio. La maggioranza dei soggetti suicidi sono maschi con una seria invalidità, in fase avanzata della malattia, con segni di un insopportabile dolore psichico, incapacità di esprimere emozioni, di chiedere aiuto, in uno stato di isolamento interpersonale e con un atteggiamento di rifiuto di un potenziale sostegno (Berman e Samuel,1993).
L’euforia non sembra essere una patologia organica collegata ad una compromissione cerebrale (Rabins et al.,1986), ma piuttosto sembra essere dovuta alla messa in atto di un meccanismo di difesa impostato sulla conversione dell’ ansietà, attraverso la negazione dell’evento. In alcuni casi i soggetti riescono così a reagire alla loro disabilità fisica. L’euforia è uno stato mentale caratterizzato da allegria, felicità inadeguata, per intensità, alle circostanze. Il paziente si sente in forma, in salute, e mostra un ottimismo fuori luogo. I pazienti con S.M. possono ridere o piangere in seguito ad una minima stimolazione; si tratta di una sorta di riso o pianto patologico.
Altra situazione che più propriamente si contrappone alla depressione é l’ipomania caratterizzata da modificazioni del tono dell’umore, dall’ideazione accelerata ed egocentrica, dall’espressività psicomotoria ricca e mutevole. L’ipomania si può alternare alla depressione, manifestandosi attraverso il disturbo bipolare, specie sotto terapia cortisonica.
L’ansietà e gli stati di labilità emotiva tendono a presentarsi maggiormente nelle prime fasi della malattia, in modo particolare al momento della rivelazione o del sospetto diagnostico, momento in cui le capacità razionali sono soverchiate da quelle emotive.

La valutazione neuropsicologica rappresenta un’importante componente per definire il quadro clinico del paziente, ed un parametro utile nella valutazione dell’evoluzione clinica della malattia, infatti, non tutti i deficit cognitivi sono rilevabili con indagini strumentali quali la risonanza magnetica nucleare (RMN), e non tutte le lesioni determinano un corrispettivo deficit funzionale; alcune lesioni cerebrali di pazienti con S.M. osservate alla RMN possono essere clinicamente “silenti”. In questi casi solo attraverso test neuropsicologici è possibile individuare determinati deficit cognitivi.
I protocolli di valutazione cognitiva-comportamentale utilizzati nelle ricerche degli ultimi 10 anni, aventi come scopo l’identificazione di un profilo neuro-cognitivo e/o comportamentale nella sclerosi multipla sono i seguenti.

  • Rao et al. (1989) hanno utilizzato una batteria neuropsicologica che comprende test che valutano:
    - l’attenzione/concentrazione (Test di Pasat, Stroop Color Word Interference Test);
    - la memoria ( Digit Span, cioé span di cifre in avanti e a rovescio, Sternberg Memory Scanning Task, 7/24 Spatial, Recall Test, Brown-Peterson Interference Test, Story Recall Test);
    - apprendimento (Buschke Verbal Selective Reminding Test o Tecnica di Buschke-Fuld);
    - abilità visuo-spaziali (Test di orientamento di linee di Benton, Hooper Visual Organization Test, Test di riconoscimento di volti, Test di discriminazione di forme visive).
    - l’intelligenza verbale (subtest verbali tratti dalla WAIS-R);
    - il ragionamento astratto/concettuale (Wisconsin Card Sorting Test, Booklet Category Test, Matrici Progressive di Raven);
    - il linguaggio (forma abbreviata del Boston Naming Test, Test di associazioni verbali).
  • Anzola et al. (1990) hanno utilizzato test che valutano:
    - la memoria verbale (breve racconto tratto dalla WMS);
    - la memoria a breve termine (Digit Span o span di cifre);
    - la memoria visuo-spaziale (Test di Corsi);
    - l’apprendimento spaziale (Supra-span di Corsi)
    - le capacità visuo-spaziali (Test di orientamento di linee di Benton)
    - l’abilità nella formazione dei concetti (Test di Weigl);
    - l’intelligenza generale (Matrici Progressive di Raven);
    - la fluenza verbale
    - la comprensione del linguaggio (Token Test).
  • Rao et al. (1991) sottoposero i pazienti con S.M. ad una batteria neuropsicologica che comprendeva test che valutano:
    - l’attenzione/concentrazione (Test di Pasat, , Stroop Color Word Interference Test);
    - la memoria (Digit Span o span di cifre, Story Recall Test, 7/24 Spatial Recall Test, Brown-Peterson Interference Test, Controlled Oral Word Association Test, President’s Test, Sternberg Memory Scanning Task);
    - apprendimento (Buschke Verbal Selective Reminding Test o Tecnica di Buschke-Fuld);
    - la percezione visuo-spaziale (Test di orientamento di linee di Benton, riconoscimento di volti, Test di Hooper);
    - il ragionamento astratto (Wisconsin Card Sorting Test, Booklet Category Test, Matrici Progressive di Raven);
    - l’intelligenza verbale (subtest tratti dalla WAIS-R);
    - il linguaggio (Test di comprensione orale, Abbreviated Boston Naming Test).
  • Maurelli et al. (1992) hanno utilizzato test che valutano:
    - la memoria (Wechsler Memory Scale);
    - l’apprendimento (Rey Auditory Verbal Learning Test);
    - l’intelligenza (Wechsler Adult Intelligence Scale);
    - l’ansia (Scala per l’ansia di stato e l’ansia di tratto).
  • Filippi et al. (1994) sottoposero i soggetti con S.M. ad una batteria di test neuropsicologici esploranti:
    - l’attenzione visiva (compito di cancellazione: Test dei Deux Barrages di Zazzo);
    - la memoria a breve termine (Digit Span o span di cifre, span spaziale di Corsi);
    - la memoria a lungo termine (breve storia, associazione di coppie di parole, apprendimento di tre liste di parole, supraspan di Corsi);
    - il ragionamento astratto (Matrici Progressive di Raven, Weigl’s Sorting Test);
    - l’orientamento spaziale (Test di giudizio di orientamento di linee di Benton);
    - le funzioni frontali (Wisconsin Card Sorting Test, fluenza verbale);
    - la comprensione del linguaggio (Token Test);
    - la depressione (Scala Hamilton della Depressione).
  • Ryan et al. (1996) sottoposero pazienti con S.M. ad una batteria di test neuropsicologici valutanti:
    - la fluenza verbale;
    - memoria (coppie di associazione di parole tratte dalla forma I e II della Wechsler Memory Scale);
    - la memoria visiva (Benton Visual Retention Test);
    - l’intelligenza non verbale (prove di performance tratte dalla WAIS-R).
  • Alcuni studi si sono occupati in particolar modo dell’individuazione di un profilo di personalità nei soggetti con S.M., utilizzando :
    - Minnesota Multiphasic Personality Inventory o M.M.P.I. (Peyser 1980; Millefiorini et al. 1992 ).

PROTOCOLLI DI VALUTAZIONE COGNITIVA - COMPORTAMENTALE NELLA SCLEROSI MULTIPLA: STUDI LONGITUDINALI

Oltre il 50% dei soggetti affetti da S.M. mostra evidenti segni di impoverimento cognitivo, ma non si conosce ancora una stima precisa relativa all’evoluzione di questi deficit durante il procedere della malattia. Il deterioramento cognitivo, rilevato dalle misurazioni neuropsicologiche, é in genere relativo alla memoria recente, all’attenzione, alla velocità dei processi di informazione, al ragionamento astratto, alle funzioni esecutive e alla percezione visuo-spaziale. In contrasto, l’intelligenza generale, il linguaggio ed alcuni aspetti della memoria quali la memoria a breve termine e la memoria implicita, sono risparmiati (Rao,1995). Risulta, invece, deficitaria la memoria verbale a lungo termine (rievocazione dopo 15-20 minuti) e la memoria spaziale a breve termine (Crimi e Levedianos,1988). Un mutamento cognitivo si osserva anche nell’apprendimento uditivo-verbale (Stenager et al.,1994), nella fluenza verbale, nell’abilità di calcolo.
La gravità e il tipo di disfunzione cognitiva sembrano altamente correlate con il numero e la localizzazione delle lesioni dovute alla degenerazione della sostanza bianca negli emisferi cerebrali. I mutamenti nelle prestazioni ai test cognitivi nel tempo sono correlati con l’incremento del carico delle lesioni alla risonanza magnetica nucleare in modo significativo già dopo un anno (Hohol et al.,1955). Il deterioramento neuropsicologico associato all’aumento delle lesioni cerebrali è ancora più evidente dopo 3 anni (Rao,1995). Non in tutti gli studi si hanno però delle correlazioni significative tra manifestazioni neurologiche, numero, localizzazioni delle placche e deficit neuropsicologici; alcuni casi di S.M., possono essere caratterizzati da soli sintomi neuropsicologici (Ron e Fernstein,1992; Rao,1985; Lyon-Caen et al.,1986).
Non vi sono al momento molti studi longitudinali di valutazioni neuropsicologiche, anche volendo dare uno sguardo indietro nel tempo. Il primi studi longitudinali effettuati per valutare l’evoluzione delle prestazioni cognitive nel tempo, risalgono probabilmente al 1951 (Canter), 1966 (Fink e Houser), 1978 (Ivnik).
Negli anni successivi alle ricerche appena menzionate, non sembra che i ricercatori abbiano prestato molta attenzione a questo genere di studi. Negli ultimi dieci anni è stata invece rivolta maggiore attenzione alla possibile presenza di deterioramento cognitivo nella S.M., ma a dispetto del largo numero di studi trasversali, sono ugualmente riportati solo pochi studi longitudinali di valutazione cognitiva.
  • Uno dei primi studi dell’ultimo decennio che si è occupato dell’evoluzione delle funzioni cognitive in pazienti con S.M. é stato svolto da Jennekens-Schinkel et al. (1990), in un arco di tempo di 4 anni, su un campione di 33 pazienti con S.M..
    La batteria neuropsicologica comprendeva test per la valutazione della:
    - attenzione (Colour-Word test)
    - memoria (Wechsler’s Memory Scale, Test di Corsi o span di memoria non verbale);
    - apprendimento (lista di apprendimento di dieci parole con una presentazione visiva e uditiva, apprendimento di coppie di parole associate tratte dalla WMS, il 7/24 Spatial Recall Test);
    - ragionamento astratto ( Matrici Progressive di Raven);
    - ragionamento astratto e funzioni frontali ( Wisconsin Card Sorting Test nella versione modificata di Nelson);
    - prassia (Cube Imitation Test, copiatura di figure geometriche);
    - linguaggio (la generazione di parole, la lettura di cento parole, la scrittura sotto dettatura);
    - il Naming to Confrontation test;
    - la versione tradotta ed adattata del test di temperamento di Guilford;
    - l’Utrechtse Coping Lijst;
    - la velocità motoria (tapping task, tempi di reazione).
  • Beatty et al. (1990), in uno studio durato due anni, su un campione di 85 pazienti di cui 42 con S.M. recidivante-remittente e 43 con S.M. cronico-progressiva, ha utilizzato una batteria neuropsicologica composta da test per valutare:
    - lo stato cognitivo globale (Mini Mental State Examination o MMSE);
    - apprendimento (lista di 14 parole non in relazione tra loro);
    - memoria (forma abbreviata del Benton Facial Recognition Test, Brown-Peterson Task);
    - ragionamento astratto e funzioni frontali (Wisconsin Card Sorting Test);
    - intelligenza (Digit Symbol Modalities Test o SDMT);
    - linguaggio (Boston Naming Test, fluenza verbale di parole e di categorie);
    - depressione (Beck Depression Inventory).
  • Mariani et al. (1991) per uno studio di follow-up della durata di 2 anni, su un campione di 19 soggetti, hanno utilizzato una batteria di test per la valutazione della:
    - memoria verbale (simile al subtest di memoria logica della Wechsler Memory Scale);
    - apprendimento non verbale (Supra-span di Corsi);
    - abilità visuo-spaziale (test di giudizio di orientamento di linee di Benton);
    - ragionamento non verbale (Matrici Progressive Colorate di Raven);
    - formazione dei concetti e delle abilità di passare da una categoria all’altra (Weigl test);
    - linguaggio (produzione di parole a tempo determinato dopo suggerimento fonemico o semantico: test di associazioni controllate);
    - stato depressivo (Zung Depression Rating Scale).
  • Feinstein et al. (1992) hanno condotto uno studio di follow-up di 4 anni e mezzo, per documentare i cambiamenti psichiatrici, cognitivi e alle RMN, in 48 pazienti con lesioni cliniche isolate, come ad esempio neuriti ottiche, che sono spesso i prucursori della S.M..
    La batteria neuropsicologica utilizzata, sia nel test iniziale, che nel retest, comprendeva la misurazione del:
    - attenzione visiva (un test di velocità nel contare le lettere A sparse tra le altre lettere dell’alfabeto);
    - attenzione uditiva (Auditory Motor Attention test);
    - memoria (Recognition memory test per parole e di facce);
    - memoria verbale (Story recall test);
    - apprendimento di coppie di parole associate;
    - denominazione di oggetti (il Graded Naming test);
    - quoziente di intelligenza (Wechsler Adult Intelligent Scale o WAIS);
    - ragionamento astratto e funzioni frontali (Wisconsin Card Sorting Test).

    La stima psichiatrica era basata sull’utilizzo della misurazione dei:
    - sintomi nevrotici e psicotici (Clinical Interview Schedule o CIS),
    - ansia e depressione (Hospital Anxiety and Depression Scale o HAD, un questionario di autovalutazione studiato per minimizzare l’influenza dei sintomi somatici dei pazienti con S.M, sulla stima dei disordini affettivi);
    - influenza dei fattori sociali percepiti dal soggetto (Social Stress and Support Interview o SSSI).
  • Mattioli et al. (1993) per uno studio di follow-up della durata di 4 mesi, su un campione di 9 pazienti con S.M., utilizzarono una batteria neuropsicologica per la valutazione della:
    - memoria verbale (subtest di Memoria Logica della WMS);
    - percezione visuo-spaziale, sensibile ai danni dell’emisfero destro ( Test di giudizio di orientamento di linee di Benton);
    - ragionamento non verbale (Matrici Colorate Progressive di Raven);
    - capacità di formazione dei concetti (Test di Weigl);
    - ansia e depressione (Scale di depressione di Zung).
  • Plinskin et al. (1994), in uno studio longitudinale di 4 anni, hanno sottoposto 30 pazienti ad una breve batteria, che includeva test per la valutazione della:
    - memoria (subtest di memoria logica e di riproduzione visiva della WMS);
    - dei processi di informazione visiva (Trails B, Test di Stroop).
  • Amato et al. (1995) in uno studio longitudinale della durata di 4 anni, effettuato su 50 pazienti con S.M. e 70 soggetti di controllo, hanno utilizzato una batteria neuropsicologica con la quale sono state misurate le prestazioni cognitive relative alla:
    - memoria e concentrazione (Blessed Information-Memory-Concentration Test o IMCT, cinque items del test di parole accoppiate della Randt Memory Battery, Digit Forward che è la prima delle due prove del Digit Span Test);
    - memoria visuo-spaziale (Test di Corsi);
    - prassia (test di copiatura di disegni);
    - intelligenza generale e ragionamento astratto (Matrici Progressive di Raven o RPM);
    - linguaggio (Token Test, Set Test).
  • Plinskin et al. (1996), per il loro studio, hanno utilizzato una batteria di test neuropsicologici per la valutazione della:
    - attenzione (Stroop Test, Trails B);
    - memoria (subtest di memoria logica e di riproduzione visiva della WMS forma I e II);
    - depressione (Beck Depression Inventory o BDI).
  • Uno degli studi più recenti che si è occupato di valutare l’evoluzione delle funzioni cognitive in pazienti con S.M., risale a circa due anni fa: Kujala et al. (1997).
    Questa ricerca, durata circa 3 anni, è stata condotta su 42 pazienti e 34 soggetti di controllo.
    La batteria neuropsicologica utilizzata è la Mild Deterioration Battery o MDB che comprende:
    - alcuni subtest della Wechsler Adult Intelligence Scale o WAIS (il subtest di analogie, il Digit Span, il Digit Symbol, il Block Design)
    - la rievocazione di 20 oggetti e 30 coppie di parole associate;
    - il Benton Visual Retention Test (test di memoria)
    - la misurazione del tempo di denominazione di 20 oggetti.

    I soggetti ricevevano un punteggio di deterioramento se le loro performance su alcuni di questi test era di almeno -1,5 d.s. comparate con la norma. Se i soggetti avevano un punteggio di -1,5 d.s. in confronto alla norma, ricevevano un punto di deterioramento; se era di -2,0 d.s. due punti; se era di -3,0 d.s. tre punti. Il massimo punteggio di deterioramento possibile era di 24 punti. Alla misurazione iniziale i pazienti con 0-2 punti di deterioramento erano classificati “preserved”; pazienti con 4-12 punti, venivano inclusi nel gruppo “mildly deteriorated”.

    In aggiunta alla batteria MDB, nel follow-up, erano inclusi altri test neuropsicologici per la misurazione della:
    - memoria (rievocazione di oggetti e di parole associate, il subtest di memoria logica della Wechsler Memory Scale, lo Spatial Recall Test),
    - fluenza verbale,
    - elaborazione di informazioni tra loro interferenti (Stroop Test),
    - attenzione (Paced Auditory Serial Addition Test, Pasat 1, Pasat 2),
    - stato cognitivo globale (Mini-Mental State Examination).

Alcuni studi longitudinali, si sono occupati principalmente dei disturbi emozionali nella S.M.:
  • Dalos et al. (1983) hanno riportato i risultati delle osservazioni di disturbi emozionali in 64 pazienti con S.M., seguiti in uno studio controllato su base mensile per un periodo di un anno. A tutti i soggetti facenti parte dello studio, è stata somministrata:
    - una parte del questionario di salute generale (GHQ), precisamente i 28 items che indagano aree relative ai disturbi somatici, ansietà, depressione e problemi sociali.
  • Blesa et al. (1988) hanno condotto uno studio sui disordini psichiatrici su un campione di 40 pazienti con S.M..
    Sono stati utilizzate le seguenti scale per la misurazione della:
    - depressione (Hamilton Depression Rating Scale o HDR-S, Beck Depression Inventory);
    - ansia (Hamilton Anxiety Rating Scale o HAR-S, Spilberger State Anxiety Inventory o STAI).
    - Foley et al. (1992) sembra che siano stati i primi a collegare fattori psicosociali come lo stress psicologico e la funzione immunitaria, in 22 pazienti con S.M..

    I pazienti sono stati valutati con scale per la misurazione della:
    - depressione (Center for Epidemiological Studies Depression Scale o CES-D)
    - ansia (State-Trait Anxiety Inventory o STAI).

    La misurazione della disabilità fisica è stata in genere effettuata con i seguenti test:
    - scala di invalidità di Kurtzke o EDSS (Marsh, 1980; Goodkin et al., 1989; Bernardin et al.,1993; Stenager et al., 1994; Kujala et al., 1997)
    - Ambulation Index o AI (Goodkin et al., 1989).

MATERIALI E METODI PER LA VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA NELLA SCLEROSI MULTIPLA

VALUTAZIONE DELLO STATO COGNITIVO GLOBALE


- Mini Mental State Examination o MMSE (Folstein et al.,1975). Test per la valutazione dei disturbi dell’efficienza intellettiva e della presenza di deterioramento intellettivo.


VALUTAZIONE DELL’ATTENZIONE

- Auditory Motor Attention Test (Kornetsky e coll., 1959).
Test per la valutazione dell’attenzione uditiva.

- Paced Auditory Serial Addition Task o PASAT (Gronwall e Sampson, 1974).
Test che valuta l’attenzione uditivo-verbale.

- Stroop Color Word Interference Test (Golden, 1978; Venturini e coll., 1983).
Test per la valutazione dell’attenzione visiva.

-Test dei Deux Barrages di Zazzo (Zazzo, 1960b, 1980).
Test per la valutazione visuo-spaziale e le funzioni percettive.

- Test di velocità nel contare le lettere A (vedi Willison et all., 1980).
Test di misurazione dell’attenzione visiva.

- Trails (Naglieri e Das, 1987, 1988).
Test di valutazione dell’attenzione visuo-spaziale.


VALUTAZIONE DELLA MEMORIA

- 7/24 ( Barbizet e Cany, 1968); 7/24 Spatial Recall Test o SRT (S.M. Rao, Hammeke, McQuillen, et al., 1984).
Test di valutazione della memoria visuo-spaziale.

- Benton Visual Retention Test o BVRT ( Benton, 1955, 1972, 1974; Petris, 1981).
Test di valutazione della memoria visiva.

- Blessed Information Memory Concentration Test o IMCT (Blessed et al., 1968).
Test di informazione, memoria e concentrazione.

- Brown-Peterson Interference Test (L.R. Peterson and Peterson, 1959; L.R. Peterson, 1966; J. Brown: see Baddeley, 1976).
Test di valutazione della memoria a breve termine.

- Digit Span (Wechsler, 1945, 1955,1981, 1987).
Test di misurazione dello span di memoria verbale (memoria di cifre).

- President’ Test (Hamsher and Roberts, 1985).

- Randt Memory Battery (Randt and Brown, 1986)

- Recognition Memory Test o RMT (Warrington, 1984).

- Story Recall Test: Memoria logica (WMS) o Breve Racconto (Wechsler, 1945, 1987; Novelli e altri, 1986 a, b).
Test per la valutazione della memoria verbale a breve termine ed a lungo termine.

- Test di Corsi (De Renzi e Nichelli, 1975; Spinnler e Tognoni, 1987).
Test di misurazione dello “span” di memoria visuo-spaziale .

- Wechsler Memory Scale o WMS (Wechsler, 1945).


VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO
- Apprendimento di liste di parole (Novelli e altri, 1986 a, b).

- Buschke Verbal Selective Reminding Test o Tecnica di Buschke-Fuld.
Test per la valutazione dell’apprendimento supra-span verbale.

- Rey Auditory Verbal Learning Test o AVLT(Rey, 1964; Taylor, 1959).
Questo test misura lo span di memoria immediata e fornisce una valutazione sull’apprendimento.

- Supra-span di Corsi (in Spinnler e Tognoni, 1987).


VALUTAZIONE DELLA PERCEZIONE VISUO-SPAZIALE

- Benton Facial Recognition Test o BFRT (Benton e Van Allen, 1968; Benton, Hamsher, et al., 1983).
Questo test è un esame delle abilità di riconoscimento di facce senza coinvolgimento di componenti mnemoniche.

- Discriminazione di forme visive (Efron, 1968; Warrington e Taylor, 1973; Worrington, 1985; Worrington e James, 1988).

- Hooper Visual Organization Test o HVOT (Hooper, 1958; Hooper Visual Organization Test Manual, 1983).

-Test di giudizio di orientamento di linee di Benton (Benton, Hannay e Varney, 1975; Benton e Tranel, 1993; Benton, Hamsher et al., 1983).
Test di discriminazione di orientamento di linee.


VALUTAZIONE DELL’APRASSIA COSTRUTTIVA

- Copiatura di disegni di figure geometriche (Arrigoni e De Renzi, 1964; Spinnler e Tognoni, 1987; Wechsler, 1945, 1987).

- Cube Imitation test.


VALUTAZIONE DELL’INTELLIGENZA E DEL RAGIONAMENTO ASTRATTO

- Booklet Category Test o BCT (Halstead, 1947; Reitan e Wolfson, 1993).

- Matrici Progressive di Raven o RPM e Matrici Progressive Colorate di Raven (Raven, 1940; Raven, Court, Raven, 1986).

- Wechsler Adult Intelligent Scale o WAIS e WAIS-R (Wechsler, 1955a, 1974b; Wechsler, 1981).

- Weigl’s Test (in Spinnler e Tognoni, 1987).
Questo test misura l’abilità di cogliere somiglianze sopra ordinate fra stimoli diversi. Viene considerato un test di pensiero categoriale.

- Wisconsin Card Sorting Test o WCST (Berg, 1948; Grant e Berg, 1948).


VALUTAZIONE DEL LINGUAGGIO

- Boston Naming Test o BNT (E. F. Kaplan, Goodglass, e Weintraub, 1983).

- Controlled Oral Word Association Test o COWA (Benton e Hamsher, 1976, 1989; Spreen e Strauss, 1991).

- Graded Naming Test o GNT (P. McKenna, E. Warrington).
Questo test è usato per rilevare eventuali difficoltà di denominazione.

- Set Test (Isaacs e Kennie, 1973).
Il Set Test è un test di fluenza verbale per categorie.

- Token Test o Test dei Gettoni.(De Renzi e Vignolo, 1962; Spinnler e Tognoni, 1987).
Test di valutazione della comprensione orale.


MISURAZIONE DELLA VELOCITA’ MOTORIA E DELL’ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI

- Symbol Digit Modalities Test o SDMT (A. Smith, 1982).
Questo test è una forma sostitutiva del Digit Symbol della Wechsler, ma ha una presentazione inversa del materiale: i simboli sono stampati e devono essre scritti i numeri.

- Tapping Task o Finger Tapping Test o FTT (Halstead, 1947; Reitan e Wolfson, 1993; Spree e Strauss, 1991).
E’ uno dei test contenuto nella Halstead-Reitan battery, conosciuto anche come Finger Oscillation Test

- Tempi di Reazione.
Il test dei tempi di reazione è utilizzato per misurare la velocità dei processi di informazione e capire la natura dei deficit attenzionali associati.


MATERIALI E METODI PER LA VALUTAZIONE NEURO-COMPORTAMENTALE NELLA SCLEROSI MULTIPLA

MISURAZIONE DELL’ANSIA

- Hamilton Anxiety Rating Scale o HAR-S (Hamilton, 1959).
Scala di valutazione dell’ansia .

- Hospital Anxiety and Depression Scale o HADS (Snaith e Zigmond).
E’ un semplice questionario autosomministrato per stabilire la presenza e la severità dell’ansia e della depressione simultaneamente.

- State Trait Anxiety Inventory o STAI (Spielberger, Gorsuch, Lushene, 1968).
La STAI è l’inventario di ansia di stato e di tratto;.


MISURAZIONE DELLA DEPRESSIONE

- Beck Depression Inventory o BDI (Beck e altri, 1961; Beck, 1967; Beck e altri, 1979).

- Center for Epidemiological Studies Depression Scale o CES-D (Fava, 1982a,b; Pierfederici e altri, 1982).
E’ l’adattamento italiano di una scala statunitense di Locke e Putman.

- Hamilton Depression Rating Scale o HDR-S (Hamilton, 1960).
Scala che indaga 21 diverse aree che sono determinanti per la valutazione dello stato depressivo del soggetto.

- Zung Depression Rating Scale o Self-Rating Depression Scale ( Zung, 1965, 1986).
E’ una scala di autovalutazione della depressione.


VALUTAZIONE DELLA PERSONALITA’ E DELLA DISABILITA’ FISICA.

- Guilford’s Temperament Survey (Guilford e Zimmerman, 1949, 1956a,b, 1981; Guilford, Zimmerman, Guilford, 1976).
E’ un questionario di personalità articolato su 10 scale.

- Minnesota Multiphasic Personality Inventory o M.M.P.I.(Hathaway e McKinley, 1940 in Mosticoni e Chiari, 1993).
E’ il questionario di personalità più comunemente usato.

- Scala di invalidità di Kurtzke o EDSS (Kurtzke Expanded Disability Status Scale).


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