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Insonnia da altitudine
Il disturbo è conseguenza dello spostamento in località situate alle grandi altezze. Si presenta nei primi giorni dopo il trasferimento e spesso persiste anche per lunghi intervalli.

La più immediata conseguenza sulla struttura del sonno notturno è costituita da una frammentazione e superficializzazione del sonno, con un aumento del numero di risvegli. Il riscontro polisonnografico è rappresentato da una riduzione quantitativa delle percentuali di sonno ad onde lente, anche in presenza di nessuna variazione nel tempo totale di sonno. Questo alleggerimento ed aumento del numero dei risvegli è causato da ipossie e ipocapnie che si presentano prevalentemente durante il sonno ad onde lente e, come per le apnee del sonno, determinano un risveglio di cui il soggetto non conserva consapevolezza.

Trattamento.

Il trattamento, seppure efficace solo per brevi periodi, è rappresentato dall'assunzione di acetazolamide (derivato sulfamidico ad azione diuretica per inibizione enzimatica specifica dell'anidrasi carbonica) che migliora il quadro respiratorio notturno stimolando la ventilazione con effetti benefici sul respiro periodico e sull'ipossia.

Più insoddisfacente risultano i trattamenti rispettivamente con benzodiazepine, che migliorano il quadro del sonno, ma potrebbero deprimere la risposta ventilatoria all'anidride carbonica, e con ossigeno che migliora la respirazione, ma non sembra migliorare la qualità del sonno.